Franciacorta Mordace: si chiameranno così gli spumanti Metodo Classico con l’Erbamat

L’annuncio è avvenuto oggi a castello bonomi, una delle cantine che sta recuperando l’autoctono


Si chiameranno Franciacorta Mordace gli spumanti Metodo classico bresciani prodotti con il vitigno Erbamat. Il Consorzio per la Tutela del Franciacorta ha registrato ufficialmente il nome, che potrà essere utilizzato dai produttori in etichetta, in futuro, alla stregua della scritta “Satèn”.

Una mossa che arriva a due anni dalla modifica del disciplinare necessaria a introdurre l’Erbamat tra i vitigni della cuvèe del Franciacorta, per un massimo del 10%, accanto a Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Bianco (eccezion fatta proprio per la tipologia Satèn).

L’annuncio in anteprima è avvenuto in mattinata presso la cantina Castello Bonomi.  Si tratta di una delle cinque aziende promotrici del progetto di recupero del vitigno autoctono bresciano Erbamat.

Il termine fa riferimento all’asprezza del vitigno, che dà vita a vini con livelli di acido malico molto alti. Una scelta profondamente radicata nella storia della Denominazione franciacortina.

Il primo a definire “Mordace” l’Erbamat è stato Agostino Gallo, agronomo del Cinquecento nato proprio a Brescia. Nel suo trattato su “Le dieci giornate della vera agricoltura e piaceri della villa”, risalente al 1564, si parla proprio dell’Erbamat.

Riferimenti storici anche 1570, nel “Libellus de vino mordaci” del medico bresciano Gerolamo Conforti, tra i primi in assoluto a soffermarsi sulla tecnica della fermentazione in bottiglia, utile alla produzione di “spumanti”.

Oggi la superficie di Erbamat presente in Franciacorta è di soli 7 ettari. Barone Pizzini è la cantina portabandiera del progetto di recupero del “Mordace” vitigno, seguita proprio da Castello Bonomi.

L’azienda di Coccaglio (Bs) è parte di un gruppo solido come Casa Paladin, che ha sede amministrativa in Veneto, per l’esattezza ad Annone Veneto (VE). In Franciacorta dal 2008, l’azienda ha intenzione di continuare a investire negli spumanti Metodo classico bresciani. Tanto da aver presentato oggi le sue prime prove con il vitigno Erbamat.

Si tratta, per ora, di un vino senza Denominazione. Un Vsq (Vino spumante di qualità), chiamato “Cuvée 1564” (qui le note di degustazione). La distribuzione, destinata ad enoteche e ristoranti, inizierà a partire dall’aprile 2020.

La speciale etichetta – prodotta in quantità limitata, solo 800 bottiglie – avrà un prezzo stimabile fra i 30 e i 40 euro più Iva. Circa la metà del Franciacorta top di gamma di Castello Bonomi, la “Cuvée Lucrezia Etichetta Nera”.

Una scelta, quella del “posizionamento prezzo” del Vsq “Cuvée 1564” – che contiene un 30% di Ermabat e sarà probabilmente dosato attorno ai 3-4 grammi litro di zucchero, giustificata dalla “necessità di far conoscere questa nuova varietà e il suo gusto al maggior numero di consumatori possibile”.

A spiegarlo, in mattinata, è stato lo stesso Roberto Paladin, responsabile commerciale di Casa Paladin, accanto a Carlo Paladin, responsabile tecnico, Francesca Paladin, responsabile export, Luigi Bersini, chef de cave e memoria storica dell’azienda Castello Bonomi e Alessandro Perletti, Agronomo ed enologo.

Al loro fianco il professor Leonardo Valenti dell’Università Statale di Milano, responsabile del progetto sperimentale Erbamat a Castello Bonomi e in altre aziende della Franciacorta.

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